Manuel Amoros e Pierre Littbarski |
Campionato del mondo - semifinali
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Non solo l'Italia ma anche la Germania ha corredato la sua storia calcistica di semifinali dai tratti epici. Dopo "el partido del siglo" dell'Azteca 1970, nell'edizione spagnola del Mundial la Germania compì un'impresa agonistica straordinaria nella partita contro la Francia.
Là dove in Messico l'altura e il sole zenitale avevano determinato condizioni ambientali che stremarono le squadre, a Siviglia furono la temperatura serale di 40° e il tasso di umidità non pervenuto a condizionare pesantemente la drammaturgia dell'incontro. I tedeschi lo rammentano come Nacht von Sevilla, o come Thriller von Sevilla. I francesi come Le drame, o Le grand feuilleton de Séville.
La Francia cominciava finalmente a ottenere buoni risultati a livello internazionale, grazie alla sua prima generazione di campioni: Manuel Amoros, Marius Trésor, Bernard Genghini, Alain Giresse, Jean Tigana oltre a Le Roi Michel. La Germania veniva dalla vittoria dell'Europeo italiano del 1980 ed era guidata da bucanieri come il vecchio Paul Breitner, Uli Stielike e Karl-Heinz Rummenigge.
Al 27° del primo tempo Michel Platini pareggiò su rigore il gol del vantaggio segnato da Pierre Littbarski in apertura, e lì il risultato rimase fino al termine, complice anche lo choc che i francesi subirono al 60° quando l'appena entrato Patrick Battiston fu travolto da un'uscita, tra l'incosciente e l'assassina, del non amabile portiere tedesco Harald Schumacher (che risvegliò sugli spalti, nella stampa e tra gli spettatori anche neutrali gli ancestrali luoghi comuni sulla razza teutonica), perse conoscenza e rimase in coma due giorni (oltre a rimetterci due denti) [video].
I supplementari definirono l'epos: la Francia segnò due gol in sei minuti, portandosi sul 3:1 al 98°. A quel punto l'infortunato Rummenigge si alzò dalla panca ed entrò in campo al posto di Briegel senza nemmeno chiedere il parere al CT Jupp Derwall (o, almeno, questa fu la netta impressione in televisione). Dopo cinque minuti il gol di Kalle confermò la teoria che campioni si nasce e anche condottieri ("tripallico" non a caso lo aveva ribattezzato Gioanbrerafucarlo). Fu Klaus Fischer a pareggiare al 108°. In dieci minuti, i tedeschi si erano ripresi la partita.
Sì andò ai rigori per la prima volta in assoluto nella storia dei mondiali: 4-4 dopo otto tiri. Tiro di Bossis parato da Schumacher. Hrubesch invece non fallì. Era ormai passata la mezzanotte, e gli italiani erano già in albergo a Madrid ad attendere i loro avversari.
Gianni Brera aveva scritto prima della partita: "Della Francia si sentono dire e si vedono scritte meraviglie, e tutti i pronostici parlano a favore dei francesi, che per alcuni sarebbero addirittura degni del magno Brasile (quello che si vedeva prima che incontrasse l'Italia). Penso che alla base ci sia un equivoco divertente. I francesi giocano di solito per imporre il proprio gioco e i tedeschi si attengono piuttosto al modulo italiano. Chi gioca per imporre il proprio gioco rischia il doppio, e per quanto bravi siano i play makers francesi, non mi pare che abbiano punte capaci di mortificare una squadra solidamente impostata all'italiana". Ex post, questo il commento: "Los galos, come li chiamano qui, hanno dato prova di grande leggerezza e presunzione. Sul 3-1, avrei fatto barricate di corpi davanti a Ettori. Loro invece si sono lasciati infilzare come polli. Erano spenti, stupiti, affranti: nonché battuti, i tedeschi son tornati grandi per un accanimento agonistico oggi unico al mondo: e fatalmente hanno prevalso con i rigori. Trovarceli in finale è un onore e insieme uno spavento".
Vedi anche:
- Scott Murray, Patrick Battiston loses his teeth ("The Guardian")