Svizzera - Italia


12 novembre 1939, Hardturm-Stadion, Zürich
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Beh, è stata una grande sorpresa, e sui quotidiani italici la cosa non passa inosservata. "Le previsioni generali della vigilia hanno fatto la stessa fine di quei bollettini meteorologici che prevedevano la pioggia sul Gottardo e invece c'era il sole", scrive De Martino sul Corriere. Ma forse è meglio lasciare la parola al commissario unico, Vittorio Pozzo: "Dopo aver corso vittoriosa attraverso tutti i Paesi del continente europeo per lo spazio di più di quattro anni, la squadra che rappresenta i colori d'Italia nelle competizioni calcistiche internazionali ha abbassato bandiera. La serie, senza precedenti nella storia del calcio mondiale, di partite senza sconfitta si è chiusa. Alla trentaduesima volta, gli «Azzurri» hanno ceduto. Per la precisione, era dal 27 ottobre del 1935, dal giorno della prima ed unica visita fatta allo Stadio Municipale della città di Praga, in gara di Coppa Internazionale contro la defunta Cecoslovacchia che l'Italia più non perdeva. Da quella volta aveva riportato 25 vittorie e chiuso alla pari nelle rimanenti sei occasioni, raccogliendo sul suo cammino l'alloro di una Olimpiade e di un secondo campionato del mondo. Che si dovesse finire per perdere una volta è nell'ordine naturale delle cose, che il ciclo delle gare utili non poteva durare in eterno; ma il risultato di Zurigo avrà stupito, comunque, l'intero mondo sportivo, e la data del 12 novembre rimarrà storica negli annali calcistici". Già. Perciò la ricordiamo oggi, a ottant'anni giusti di distanza.