Coppa delle coppe - semifinali (andata)
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Anche a Barcellona la Juve è riuscita a dimostrare di non essere una squadra, e non sorprende che alle stesse conclusioni, molto onestamente, sia arrivato pure Maifredi. La partita della riscossa è sempre la prossima (nel caso, il derby) e intanto c' è chi scrive fondi invocando un leader per la Juve. Servirebbe sì, ma basterebbe un giocatore-guida a cambiare la faccia e le cattive abitudini della Juve?
Ne dubito. Bisognerebbe piuttosto rifare una campagna di mercato con coraggio e realismo, puntando su giocatori di sostanza e non d'apparenza. Il riferimento non è solo a Baggio, che ha molti estimatori ai confini dell'idolatria, ed essi s'affannano da mesi a spiegarci cosa non è Baggio e sarebbe bello se qualcuno ci spiegasse cos'è. A Barcellona s'è impegnato, ha sbagliato il 2-0, è sparito alla distanza, sovrastato da Eusebio. Tutta la Juve è sparita alla distanza. Ha beccato tre gol in 20'. Con il Barcellona si può anche perdere, ovvio, ma stavolta tutto s'era messo sui binari giusti. Un gol trovato da Casiraghi dopo 12', un Barcellona in confusione e per giunta mal disposto da Cruyff (Beguiristain e Goicoechea tutt'e due sulla sinistra, a destra nessuno). In compenso, Cruyff azzeccava la mossa vincente nell'intervallo: fuori Beguiristain e dentro Eusebio, con spostamento di Laudrup sulla sinistra. Laudrup faceva i comodi suoi, Napoli era lasciato solo, Haessler non tornava a sostegno, Maifredi tardava a fare la contromossa (problemi acustici, la spiegazione ufficiale) e buonanotte. La Juve è quasi fuori dall'Europa, cioè da tutto. Può fare due gol al Barcellona, ma è molto difficile che il Barcellona stia all'asciutto contro una difesa così mal protetta. Ai catalani nel ritorno mancheranno Nando (squalificato) e Stoichkov (menisco), ma possono farne a meno, perché la squadra c'è. Tutto il contrario della Juve, che ha bisogno di tutti per ottenere poco o nulla.
Gianni Mura, La Repubblica, 11 aprile 1991