Il tipico colpo di Mariolino Corso
12 maggio 1965, San Siro, Milano
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Quattro passi di rincorsa, sinistro liftato, palla che sorvola con inesorabile lentezza la barriera, portiere avversario annichilito mentre la palla si adagia beffarda in rete. La chiamano "foglia morta", e non si capisce bene se è nell'evocazione di un fatale amore di Juliette Gréco o per l'allusione a una annichilente, dannunziana carezza autunnale, quasi il precipitare ineluttabile della parabola del destino. Di sicuro c'è che si arrendono al fascino misterioso e ipnotico delle feuilles mortes tutti i migliori portieri italiani ed europei. Di loro rimane non più che una sagoma nera paralizzata dalla sorpresa, con il volto girato sconsolatamente a contemplare il pallone in fondo al sacco. Un istante di sbalordimento ancora esente dall'impeto irreprimibile della collera, una specie di lutto attonito: e poi talvolta un gran calcio assestato per rabbia contro la base del palo" (Edmondo Berselli, Il più mancino dei tiri, p. 10).