Belanov: il penalty letale |
Campionato del mondo - ottavi di finale
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In quell'assolato pomeriggio Belgio e URSS diedero vita inopinatamente a una delle più appassionanti partite della storia dei Mondiali, disputandosi l'accesso ai quarti di finale.
I sovietici avevano impressionato nel girone, seppellendo di gol Ungheria e Canada e pareggiando con i campioni europei della Francia. A guidare la nazionale era il giovane Valerij Lobanovs'kyj, fresco della vittoria con la Dinamo Kiev nella Coppa delle Coppe, e fautore di un calcio totale fatto di schemi e meccanismi di gioco che sfruttavano la polivalenza atletica di una generazione di campioni: Igor Belanov, Aleksandr Zavarov, Oleh Blochin e Rinat Dasaev su tutti.
I belgi, invece, avevano disputato delle brutte partite nel girone, vincendo stentatamente solo con l'Irak, e si erano qualificati agli ottavi di finale solo in virtù della formula che prevedeva il passaggio delle quattro migliori terze. A guidarli però era ancora quel vecchio volpone di Guy Thys che già aveva disseminato le sue trappole tattiche nel Mundial spagnolo.
A León fu un grande confronto tattico, con i sovietici lanciati in transizioni velocissime sulle fasce esterne e con i belgi abili invece a crossare palloni alti in mezzo a una difesa incerta. Igor Belanov segnò una tripletta, ma non bastò. Due volte in vantaggio, due volte i sovietici furono ripresi. Ai supplementari duplice affondo belga cui i sovietici non furono capaci di replicare se non su rigore.