Víctor Rodolfo Espárrago Videla e Anzor Amberkovich Kavazashvili |
Coppa Rimet - quarti di finale
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Gianni Brera scrive della partita alla cieca - senza averla vista, ma solo immaginata in base al risultato - mentre stende il pezzo di cronaca della contemporanea Italia-Messico, da Toluca [vedi], per "Il giorno" [disponibile qui].
Questo il suo commento: "L'Uruguay ha sorpreso tutti battendo bellamente la Russia per 1-0. La Russia sarà stata largamente dominata a centrocampo come è fatale per tutti gli avversari dell'Uruguay e alla fine avrà lasciato il gol, non so precisare se da lontano o da vicino, un gol che ha premiato la esperienza maggiore, la personalità di questa straordinaria squadra di un Paese che ha appena due milioni di abitanti. Anche per l'Uruguay il fatto di scendere di ben 500 metri di quota è stato favorevole e senza dubbio i russi si sono trovati sul loro standard solito e avranno sofferto il caldo molto più di quanto hanno sofferto gli uruguagi. C'era poi la differenza di quota a spiegare questo gioco dei sovietici. I quali sovietici sono monotoni, puntuali, obbediscono a una geometria costante però anche priva di fantasia, cioè così puntuale nei suoi schemi da non costruire mai invenzioni di sorta. Per una difesa calibrata come quella dell'Uruguay doveva essere molto facile contenere questi schemi in fondo scontati e prevedibili".
Traspare la simpatia sempiterna del Gioânn per i suoi amati uruguagi. Accanto a lui in tribuna, a Toluca, è come sempre Omar Sivori, col quale immagina la semifinale che verrà tra Brasile e Uruguay: "a sentire Sivori, che se ne intende di calcio sudamericano, proprio gli uruguagi dovrebbero giocare lo scherzo atroce ai brasiliani fin troppo sicuri di sé e in difesa alquanto distratti proprio per tendenza naturale loro a prodigarsi solo in attacco. Secondo Sivori, che tuttavia è un compagnone allegro e non si perita di esprimere cose anche contrarie al senso logico (teniamo presente che la logica nel calcio è quasi sempre assente), Italia-Uruguay dovrebbero incontrarsi nella finale. In questo caso ancora il mio ottimismo romperebbe tutti i freni per confermare la nostra seria ipoteca sulla terza vittoria nel campionato mondiale e quindi sulla conquista definitiva della prima Coppa Rimet messa in palio addirittura nel 1930, cioè qualcosa come 40 anni fa".