Campionato europeo - finale
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"Tutti sorpresi e molti anche lieti che la Danimarca abbia vinto la IX edizione del campionato europeo. Nessuno ha pudore nel riconoscere di aver pronosticato Germania, tanto era stata veemente la raddrizzata dei campioni mondiali contro la Svezia. Nella finale, invece, il gioco dei tedeschi è apparso raffermo, al punto che in attacco è stato il migliore Klinsmann, dai limiti ben noti. I danesi, al contrario, hanno sfoggiato uno slancio invidiabile, tanto più sorprendente in quanto sapevamo tutti che molti dei loro erano allo stremo psicofisico. In effetti, i danesi si sono confermati di superiore freschezza etnica, morfologicamente bellissimi, forti di carattere e dunque strenui nell'impegno. I tedeschi venivano sopraffatti proprio nei limiti del loro predominio. E soprattutto questo ha causato la sorpresa.
DANIMARCA
I colleghi danesi, secondo un cliché oltremodo stucchevole, accusavano Moeller Nielsen di difensivismo. Essi avrebbero voluto, come certi napoletani d'antan, che i loro prodi si scagliassero all'attacco travolgendo tutti sul proprio cammino. Moeller Nielsen è stato cauto e saggio come consigliava la delicata situazione di ripescati in extremis. Ha giustamente pensato innanzitutto a non prenderle e, quando ha potuto, ha mandato in gol un oggetto misterioso come il N. 13 Larsen, del quale si era dimenticato anche il Pisa, che ora se ne vanta proprietario. L'elemento danese che più mi ha colpito, con il portiere, è stato Andersen, appetto del quale il gigantesco Gullit è regredito a velleitario. Il portierone Schmeichel ha parato il rigore del più celebre rigorista del mondo, Marco Van Basten, mettendo fuori niente meno che l' altezzosa e cicalesca Olanda. Visto un Brian Laudrup meno fifone e altrettanto bravo a tener palla del fratello. In Italia verrà scalciato molto se indugia a venezianeggiare. Agli europei ha dato respiro ai compagni, sempre sotto pressione, e bravi e impegnati fino allo stoicismo. Voto relativo: 9 (in assoluto 7+).
GERMANIA
I nostri amici tedeschi hanno già lucrato nel ' 90 il loro terzo mondiale. Non giocavano bene: s' impegnavano con la grinta di sempre. Quasi sicuramente l' Italia li avrebbe battuti se non fosse saltata anzi tempo dal bus con l' Argentina, che poi l' ha uccellata ai rigori. Vogts è serio e preparato. Non è sua colpa se gli sono mancati Matthaeus e Voeller, se quasi tutti gli altri sono imbrocchiti, reggendo di solo nerbo e dunque pagando doppio per evidente povertà tecnica. Voto 6,5 (in assoluto 6)".
Gianni Brera, La Repubblica, 27 giugno 1992