Italia - Olanda

Beh, Toldone ha fatto il suo: niente da dire
29 giugno 2000, Amsterdam ArenA
Campionato europeo - semifinali
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D'accordo, non sei uno specialista. Ma tocca a te. Vai sul dischetto, posizioni la sfera, prendi la rincorsa. L'hai fatto apposta a spedire il pallone fuori dallo stadio? Certo che no. Infatti la colpa non è tua. La colpa è dell'allenatore. Il mite Frankie Rijkaard accusa se stesso prima che lo facciano gli altri, e rassegna le dimissioni. Gli olandesi sono dei poveri cristi, spossati e prostrati. Hanno giocato in undici contro dieci per più di un'ora e mezza. Hanno tirato in porta migliaia di volte, e poi hanno sbagliato una quantità impressionante di calci di rigore. Chiaro che, se sprechi tutto ciò che è possibile sprecare, la nemesi è in agguato e perdi la partita. Così, oggi i giornali italiani cantano le lodi del calcio all'italiana. Resistenza eroica, Nesta e Cannavaro a testa alta sulle barricate. Certo, abbiamo vinto immeritatamente. E' il nostro modo. Non siamo nati per dare spettacolo, bensì per impedire ai nostri avversari di divertirsi giocando a pallone - il che può essere molto spettacolare, secondo taluni. E' per questo che ci detestano, anche se - sotto sotto - ammirano la nostra praticità. "Non c'è tanto da stare a discutere se il calcio degli italiani è bello o no: finchè vince ha ragione", taglia corto Thierry Henri, il nostro prossimo avversario.