Gran sventolio di cartellini colorati |
Campionato del mondo - ottavi di finale
Tabellino | Full match * | Sintesi [10:00] | Highlights
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La storia dei Mondiali è costellata di quelle che la retorica bellicistica del giornalismo più vieto chiama "battaglie". Così è anche per l'edizione del 2006, che conobbe la sua "battaglia di Norimberga" in occasione dell'ottavo di finale tra Portogallo e Olanda.
I lusitani, reduci dal "fado" della sconfitta in casa nell'Europeo di due anni prima, avevano vinto a punteggio pieno il loro facile girone, il cui unico fremito era stato il match conto l'ex colonia Angola, esordiente al trofeo iridato: a guidarli era ancora Luiz Felipe Scolari, campione del mondo in carica con la Seleçao, che sperimentava il 4-2-3-1 con un bel terzetto di attaccanti (Figo, Deco e Ronaldo) dietro al "bomber" Pauleta. I tulipani erano invece guidati da Marco van Basten, campione epocale in campo ma tecnico modesto: la mediana e la linea d'attacco era giovane ma di qualità (da van Bommel a Sneijder, da Cocu a van Persie, da Kuijt a Robben), la difesa non all'altezza.
A distinguersi nelle retrovie fu Giovanni van Bronckhorst che martellò impietosamente il giovane Cristiano fino a costringerlo a uscire in lacrime alla mezzora. Fu la scintilla che trasformò il match in rissa, tra rudezze e provocazioni. All'arbitro, il russo Valentin Ivanov, la partita sfuggì del tutto di mano nel secondo tempo: 2 espulsi per parte e 16 (sedici) cartellini gialli - record assoluto della storia dei mondiali - non riuscirono a sedare gli animi. Fu un disdicevole gran brutto spettacolo. Risolto da Maniche.