SSC Napoli - AC Milan

Careca perfeziona la goleada partenopea
27 novembre 1988, Stadio San Paolo, Napoli
Serie A - 7ma giornata
Tabellino | Full match | Highlights

"Resisto male alla tentazione di recitare un requiem per il Milan. L'ho veduto malmenare a Napoli nel più barbino, anzi sconcio dei modi ... Righetto Sacchi dà l'impressione di aver trascurato lo studio degli spazi nel suo nuovo trattato pedatorio. Il Milan vige solo quando lo anima evidente eretismo podistico: se gli vien meno la lena, gli schemi non lo sorreggono guari. Anche questo è stato puntualmente scritto a suo tempo. Oggi il Milan è squadra psicofisicamente logora. I suoi infortunati sono molti (come è vero che la stanchezza impedisce di evitare i colpi). E coloro che non lamentano traumi giocano male. Il divino Van Basten sbaglia come un brocco qualsiasi; Baresi II cicca addirittura alla stregua d'un broccaccio. Decisamente, Righetto Sacchi non si è accorto di avere in mano una squadra mezzo morta: è sceso al San Paolo ed ha attaccato per tutta una mezz'ora! Ha così lasciato ai napoletani spazi immensi, colpevoli, da irose ombrellate in capa. In questi inauditi spazi sono dilagati gli ospiti attivi, impostati secondo l'aureo modulo italiano. Maradona si è persino inventato acrobata arguto per uccellare Galli, fin troppo onesto in uscita; il sempiterno Maradona, pupillo prediletto di Eupalla, ha indotto a oscena ciccata Baresi II, uno dei migliori indigeni in assoluto: alle spalle di Baresi II era in agguato Careca, che ha fatto il 2-0. Erano gli ultimi istanti del primo tempo. Nel secondo, sempre il Milan a biascicare calcio lento e risaputo senza mai concludere; Carnevale in contropiede (pure!) da metà campo e gol di Francini che l'ha seguito. Sul 3-0, Giuseppino Smorto nostro guardone particolare al San Paolo nota con fondata meraviglia che sia Careca sia Carnevale arretrano spesso a difesa: ne deduce che la squadra del Napoli è davvero degna di questo nome: che è convinta di sé e del proprio tecnico insigne. Alla fine Careca fa mezzo campo con la palla al piede e ridicolizza Tassotti che, non avendo l'impiccio della palla, tuttavia non riesce a raggiungerlo. Personalmente fuggo dall'ufficio di Aldone De Martino alla Rai quando viene perpetrato il 3-0. Ingiurio mentalmente Righetto Sacchi, colpevole ai miei occhi di presunzione pari alla leggerezza. Ecco il suo maledetto limite: mi dico: non sapere ancora di aver gente cotta alle proprie dipendenze, non adeguare gli schemi a questa condizione disastrosa, non avere umiltà: disprezzare a torto marcio il modulo italiano, generoso di trionfi con tutte le prime del campionato e delle coppe. Staccato di ben 5 punti dopo 7 giornate, il Milan è ora sospeso fra campionato e Coppa Campioni. Qualuno pensa che gli convenga propendere per le fatiche di minore durata. Mediti bene Capitan Berlusconi prima di chiamar a decidere i suoi tecnici, e intanto smaltisca l'amarezza di dover constatare che anche i suoi satanassi sono uomini, dunque soggetti a stancarsi come tutti" (Gianni Brera, "La Repubblica", 29 novembre 1988)