AC Milan - SL Benfica

Le finali di Coppa dei campioni

23 maggio 1990, Praterstadion, Wien
Tabellino | Full match: 1° tempo - 2° tempo | Highlights

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Gianni Brera, Il trionfo della tattica ("La Repubblica", 24 maggio 1990)

"In alto le bandiere e i canti per il Milan bicampione d'Europa! Ha eguagliato le gesta dei maggiori protagonisti nella storia del calcio continentale rivincendo il titolo di campione dei campioni anche a dispetto di una forma da tempo conservata a fatica: e l'ha vinto contro un'altra protagonista insigne, una squadra ben allenata e meglio impostata, il Benfica di Lisbona. Molto ha lottato e sofferto il Milan - sofferenza del resto condivisa da tutti noi! - per raggiungere il suo scopo. A lungo abbiamo dovuto constatare che non erano i rossoneri di Sacchi a creare gli schemi più nitidi: c'era in effetti nel Benfica una sicurezza di manovra che i nostri non sapevano raggiungere se non per ricorrenti impennate. 
Il rilancio di Gullit è stato forse più coraggioso che utile. La carta andava in ogni modo giocata, e Sacchi non se n'è pentito nemmeno quando il buonsenso avrebbe suggerito immissioni di gente più fresca, meno legata a così evidenti impotenze fisiche. Gullit scuoteva la chioma nera come un impetuoso leone, più ricco di slancio che di idee. Accanto a lui, sicuramente animato da intimo patriottismo (perché si riserva per i Mondiali ...), Van Basten si è meritato anche qualche saracca da parte del più bravo e generoso dei batavi, Rijkaard, spesso lasciato solo a pirlare in mezzo ai migliori avversari: se avete visto, il brasiliano Valdo, il duro svedese Thern. Rijkaard ha poi ricevuto il giusto premio di Eupalla riuscendo finalmente a sfondare l'arcigno muro dei lusitani, sorretto dal genio e dalla grinta di Aldair. Il portiere Silvino ha sventato da grande campione due tiri-gol di Van Basten e Gullit: contro il coraggioso Rijkaard, che non ha temuto di portar palla fino a più conveniente distanza, Silvino non ha potuto nulla. Il gol di Rijkaard ha rischiarato i cuori di tutti, ha ridato bullaggine alla difesa del Milan, del resto fondata su elementi di risaputa classe mondiale. All'avvio, molto avevamo temuto per quella difesa fin troppo temerariamente disposta sulla metà campo! Né sembra un caso che i portoghesi abbiano creato per sé le più pericolose occasioni proprio nel primo tempo. Sul piano tecnico, la partita è apparsa inficiata da un'eccessiva sapienza tattica delle due protagoniste. Dobbiamo ormai prepararci a vedere ripetersi schemi e interventi di troppo raffinata perfidia per non steccare, alla lunga. Il vecchio calcio romanticamente fondato su forme geometriche in continua mutazione sembra superato: non è certo vero, ed io spero esattamente il contrario: però la iattura è inevitabile quando s'incontrano squadre ispirate allo stesso modulo. Il Milan, comunque, ha anche il grosso merito di aver vinto una partita importante senza poter dare di sé il meglio che tutti conoscono al mondo. Grazie alla squadra di Berlusconi e Sacchi il calcio italiano riporta quest'anno un colossale successo collettivo e d'immagine. Auguriamoci che i Mondiali imminenti confermino questa eccellenza organizzativa e tecnica. Certo, rimpiangeremo qualche lanzo tornato alle patrie mura, ma il complesso è francamente buono. E sperare conviene. Viva!".