Le finali di Coppa dei campioni
27 maggio 1981, Parc des Princes, Paris
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Le molte contraddizioni del calcio inglese (Bruno Perucca, La Stampa, 29 maggio 1981)
"La città è uscita dalla paralisi: pur grande, pur capace di ospitare senza mischiare le carte la finale di Coppa dei Campioni e gli Internazionali di tennis, Parigi ha traballato di fronte all'assalto dei tifosi del Liverpool. La polizia, già alle prese con l'esodo dei parigini verso la campagna alla vigilia della festività dell'Ascensione, ha dovuto poi lottare tutta la notte contro ragazzi e uomini pavesati di rosso che davano fondo alle scorte di birra nei caffè del centro, sfasciavano bicchieri, litigavano sui conti (alcuni non a torto, visti i rialzi di prezzo fatti approfittando della bagarre) e pur ciondolando non volevano saperne di andare a letto, alla stazione, all'aeroporto, ai pullman che li aspettavano.
E' finita cosi la notte del trionfo del Liverpool in Coppa Campioni, grazie al gol realizzato di forza da Alan Kennedy, un difensore, a 9 minuti dalla fine. Una vittoria alla quale ha reso omaggio, per sportività, per non dover fare troppo autocritica, solo il Real Madrid. I francesi, con il naso all'insù ed un complesso di superiorità per nulla giustificato dalle vicende calcistiche europee, fanno gli schizzinosi.
Michel Hidalgo, il ct. che ricorda ancora un suo gol segnato nella prima finale di Coppa Campioni ai madrileni (Parigi, 13 giugno '56. Real-Reims 3-2), si dice «deluso per la qualità del gioco» e aggiunge: «Due squadre molto attente, mai brillanti, niente spettacolo». Si dimentica che pochi giorni fa sullo stesso prato dello splendido stadio del Parco dei Principi (solo 50.000 posti, ma tutti al coperto, e tutti con ottima visibilità) la sua Nazionale francese aveva dovuto ricorrere alle maniere forti per bloccare un Brasile «sin troppo brillante».
In realtà, Liverpool-Real ha risposto alle premesse della vigilia. Non ci attendevamo un match-spettacolo. Gli inglesi solidi, equilibrati anche se non fantasiosi (ma quando mai lo sono, le squadre britanniche), spagnoli vivaci e combattivi, ma con molti giocatori di classe modesta e poca esperienza internazionale. Tra i madrileni (la cui stagione è comunque salvata dalla scoperta del portiere Augustin) Cunningham ha certamente classe ma non 'morde', Juanito ha una vitalità straordinaria, ma è troppo egoista e pasticcione, Stielike ha voluto strafare tra attacco e difesa, ed ha trovato per una volta chi lo ha superato in dinamismo, il piccolo (metri 1,69, 65 kg) motorino Sammy Lee, 20 anni, nazionale giovanile inglese.
A Sammy Lee molti hanno fatto torto, nei commenti alla partita. Per noi è stato l'uomo di maggior movimento, il più veloce, il più abile a strappare palloni dai piedi degli avversari, di un Liverpool che pure ha messo in mostra atleti di notevoli qualità. I difensori esterni Neal e Alan Kennedy, i gemelli Souness e McDermott (difficile distinguerli se non per il numero di maglia: stessa taglia atletica, stessi capelli, stesso viso, stessi baffi, uguale andatura).
Il Liverpool ha cosi continuato l'egemonia inglese in Coppa Campioni. L'aveva vinta nel '77 e nel '78. l'ha poi conquistata il Nottingham nel '79 e nell'80, ora di nuovo in vetta i rossi di Bob Paisley, il più felice perché con questa vittoria ha rafforzato la sua posizione in panchina, traballante dopo l'insuccesso in campionato. Con l'Ipswich primo nella Coppa Uefa, il dominio inglese a livello di club fa discutere, se si pensa che la Nazionale stenta e rischia di nuovo di non andare al Mundial. I colleghi britannici se la prendono con il ct. Greenwood, lo accusano di 'cecità tattica', ci invidiano molto Bearzot.
In realtà, Liverpool e Ipswich non sono propriamente squadre inglesi guardando la nascita dei giocatori, ma delle 'multinazionali', alla luce delle divisioni esistenti nel football britannico. L'Ipswich è 'multinazionale' vera, con gli olandesi Muhren e Thijssen oltre ad irlandesi e scozzesi, il Liverpool ha fra i punti di forza gli scozzesi Hansen, Dalglish, Souness i quali rafforzano un bel gruppo di nazionali inglesi vecchi e nuovi.
Piuttosto, adesso il calcio europeo si chiede se la stagione di Coppe ha davvero espresso il meglio, soprattutto se non c'è qualcosa da rivedere nella formula delle finali. Vista la girandola di emozioni del doppio scontro Ipswicli-AZ '67 molti chiedono l'andata e il ritorno per tutte le sfide decisive. Lo scarso pubblico per Dynamo Tbilisi-Carl Zeiss Jena a Dusseldorf rafforza questo fronte innovatore, la bagarre parigina dei tifosi del Liverpool fa pensare 'questi fans cosi esagitati se li godano le città finaliste'. Sotto sotto (ma neppure troppo nascosto) c'è il miraggio del doppio incasso. Anche l'Uefa ha bisogno di soldi, di percentuali. E' uno dei tanti problemi che Artemio Franchi si trova sulla sua scrivania".