Le finali di Coppa dei campioni
24 maggio 1989, Camp Nou, Barcelona
Tabellino | Full match: Intero - 1° tempo - 2° tempo | Altro | Racconto e highlights
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La fantasia al potere (Gianni Brera su "La Repubblica", 25 maggio 1989)
Io Triumphe, caro vecchio Milan! Ha conquistato ieri sera al Nou Camp la sua terza Coppa dei Campioni d'Europa. Ha avvolto i reputati rumeni della Steaua e li ha stritolati nell'irrestibili spire del suo gioco. Il favoloso Ruud Gullit, tanto ricco di uranio, ne ha ricaricato come per incanto la pila atomica. Il Milan ha raggiato idee calcistiche come nei giorni migliori. Abbiamo rivisto questa sera il calcio che il Milan riesce ad esprimere quando lo ispira la fantasia e lo muove l'orgoglio. Gullit ha dato a tutti entusiasmo e certezza. I rumeni non sono letteralmente esistiti. Partito con saggia cautela, il buon vecchio Milan si è andato distendendo con vampate creative del miglior calcio possibile oggi al mondo. E' anche giusto che il primo a fare il centro sia stato Gullit, così fantasioso nell'offrirsi al gioco di tutti. E poi è entrato in cartellone Van Basten, più freddo e calcolatore del travolgente mulatto surinamese. Van Basten ha avuto momenti di nitidissimo stile ed irrestibile efficacia. Più di lui tuttavia mi ha commosso Donadoni nel duplice e non certo facile compito di difendere e impostare con la sagacia inventiva di sempre. Dopo Donadoni ha compiuto vistose prodezze Ancelotti, impegnato nel controllare Hagi, il più temibile e temuto dei rumeni: ha poi superato se stesso Baresi II nel sacrificarsi a sventare gli attacchi più temibili degli avversari, al punto che Galli, dico Giovanni, il portiere, non ha mai dovuto impegnarsi in una parata degna di questo nome.
Tutta la squadra di Righetto Sacchi si è mossa con una felicità di schemi davvero incantevole. Ora a destra, dove si offrivano Tassotti e Colombo, ora a sinistra, dove spesso duettavano Donadoni e Ancelotti, l' azione milanista si distendeva fluida, robusta, irresistibile. L'immagine che più mi torna spontanea è quella del mostro dei poemi classici che una deità amica induce a lasciare gli abissi per avvolgere e stritolare l'odioso nemico. L'Europa ha rivisto il Milan che tanta impressione aveva prodotto alle sue prime uscite britanniche. E il merito di questo miracolo davvero stupefacente tocca ai dirigenti del Milan, al tecnico che ne ha goduto la fiducia, mai vacillante. Silvio Berlusconi sta compiendo anche nel calcio le sconvolgenti impennate che ne hanno caratterizzato l'ascesa nella vita della città di Milano e dell'intero paese. E' stato lui, il capitano, l'unico a credere sempre nella rinascita del mostruoso Milan ammirato l'anno scorso in tutti i paesi calcisticamente più evoluti d'Europa. Io debbo ammettere che avevo perduto la speranza di poter di nuovo assistere a questa meraviglia: Righetto Sacchi mi ha riconfortato abbracciandomi in aereo come se mi rivedesse dopo un secolo. La vittoria è di quelle che producono grande impressione in chiunque abbia coscienza di cosa è il calcio e cosa è in definitiva il vero sport. Scrivo o m'illudo di farlo in un torneare matto di milanisti fuori di sé per la gioia. Per una volta vanno capiti. E capisca anche noi il pietoso lettore.