Italia - Cecoslovacchia

Roberto Baggio
19 giugno 1990, Stadio Olimpico, Roma
Campionato del mondo - fase a gironi (gruppo A)
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Dopo aver rischiato di pareggiare con gli USA, gli Azzurri affrontarono la Cecoslovacchia per giocarsi il primo posto nel girone. Finalmente dismesso il ronzino Carnevale (mica per altro ma perché, sostituito con gli americani, emulo di Chinaglia con Valcareggi nel '74, lo aveva invitato pure isso ad andare in quel posto) e lesionato Vialli, Vicini fu costretto a schierare dal primo minuto Baggio e Schillaci. Mica per caso l'Italia giocò così la partita migliore del torneo.

Baggio ricamò uno dei suoi arabeschi più belli. Al secondo gol di Schillaci, riesplose nel Paese la passione per un Totò. Così lo celebrò il Maestro: "L'omarino è un traccagno pieno di antiche nevrosi davanti alle Porte Scee, qualcosa di mezzo fra Patroclo e Ulisse: millantatore come l'amighettu de branda dell'eroe disgustato e insieme astuto, non falso, come Ulisse. Traccagno di struttura quasi brevilinea, baricentro modicamente basso, cattiveria istintiva nel ricercare il possesso della palla, che mai vorrebbe mollare a bipedi secondari. Capacità di ingobbire caricando il destro come una balista da assedio. E la spocchia incredibile di sfidare anche il proprio destino fingendosi gigante fra tanti gnomi che pure gli somigliano. Indubbiamente lo protegge Eupalla: due volte segna e sempre di incornata. Faccio morire Luigi da Messina: Culo tiene!, ma scrivo che il suo gesto atletico ricorda quello folgorante di Paolo Rossi alla finalissima di Madrid '82. Rifletto adesso che Schillaci Culo tiene come i fortunati di Napoleone recavano nello zaino il bastone di maresciallo. Il tiro sporcato da Giannini con il sinistro batte sull'erba e ne volita senza vizi a farsi docilmente incornare da quell'itacense tuttora da battezzare. Io lo vedo con l'arco che trafisse i Proci: se mai riesca a tenderlo, un eroe sarà pari ad Ulisse, callido e bravo. Intanto una bionda Penelope gli dà l'erede maschio e la sua benedizione. Che più?".

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