Giacomo Bulgarelli e Romano Fogli |
Coppa Rimet - fase a gironi (gruppo 4)
Tabellino | Full match * | Highlights
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Corea è sinonimo di Caporetto per l'Italia del pallone, come è noto. Giornata infausta quella del 19 luglio 1966. Una spedizione preparata male e gestita peggio da dirigenti e allenatori naufragò di fronte alla squadra rivelazione dei Mondiali inglesi.
Venuti dal nulla, e poi ritornati nel nulla, i giovani coreani del Nord giocarono quattro bellissime partite sui campi dei Padri fondatori, onorandone il gioco con un assetto fondato sulla corsa, sul pressing e su una buona tecnica individuale. Basta guardare i filmati per apprezzarli.
Sandro Mazzola ricorda quel pomeriggio come un incubo: "I guai cominciarono quando si infortunò Bulgarelli: uscito lui, rimanemmo in dieci. Non si poteva sostituire un giocatore, e gli undici coreani si trasformarono in ventidue 'robotini', correvano per il campo come matti, quando uno di noi aveva la palla si trovava puntualmente circondato da tre-quattro di loro. Altro che il pressing attuale, altro che l'Olanda di Cruyff o il... Milan di Sacchi! Perdemmo, non c'era scampo".