Numeri olandesi |
Campionato del mondo - seconda fase (gruppo A)
Tabellino | Full match * | Highlights | Analisi
E' questa forse una delle più belle partite della storia del calcio, certo una delle più impressionanti. Bella non tanto dal punto di vista tecnico e spettacolare, ma per l'intensità e lo svolgimento, la carica agonistica che sprigionò. Per la tradizione storica che si scontrò con la novità rivoluzionaria. E' certo uno dei capolavori assoluti del Musée dell'Orangerie 1974.
Spesso l'incontro è ricordato per gli scontri violentissimi che progressivamente colorarono la partita, anche a causa dell'inadeguato arbitraggio del tedesco Kurt Tschenscher. Una decisa entrata a forbice di Wim Van Hanegem su Paulo Cesar al 1° minuto dettò il tenore del confronto, che i brasiliani, quando si ritrovarono sotto di due reti dopo un'ora, trasformarono in una caccia all'uomo, come già in passato era capitato loro nei mondiali in Europa, per esempio nel 1938 con la Cecoslovacchia [vedi] e nel 1954 con l'Ungheria [vedi]. L'espulsione di Luis Pereira all'84° ne suggellò l'escalation.
La Selaçao del 1974 era tutt'altro XI rispetto ai magnifici e qualitativi campioni del mondo del 1970. Gianni Brera ne esaltò - e come non poteva farsi mancare l'occasione! - "lo splendido calcio difensivo": ma non poté non osservare come "non aveva attaccanti che valessero non dico Pelé e Garrincha, ma neanche i vecchi arrembati 'italioti' Altafini e Clerici". Nella prima mezzora Paulo Cesar e Jairzinho "sciuparono miserevolmente" un paio di palle gol che avrebbero consentito al Brasile di accedere alla finalissima. Era il peso della tradizione, probabilmente, a condizionare gli eredi dei campioni del mondo.
Un peso che avvertirono anche gli olandesi, che dopo cinque partite spavalde e turbinose scesero in campo per la prima volta contratti di fronte ai detentori in carica. Come ha ricordato Johan Cruyff nel suo Mundiales 74. Impresiones y experiencias de la Copa del Mundo del Fútbol 1974 [Madrid, Ediciones Sedmay, 1974: scheda], lui e i suoi compagni affrontarono la semifinale "con sérias réservas y una cierta dosis de nerviosismo. Bajo ese signo de los nervios se deslizo - por ambas partes - durante bastante tiempo. Los primeros 20 minutes resultaron los de mayor inquietud para la escuadra "orange". Las cosas no acababan de salirnos a nuestro gusto, y tal parecea como si la sombra del gigante americano pesara sobre nuestro ânimo. Hubimos de trabajar mucho y muy duramente, para que no se nos fuera el partido de las manos, y una y otra vez intentâbamos maçcar el "tempo" y el ritmo del juego, en tanto que los brasilenos pretendian lo mismo a su manera. Los primeros 30 minutes resultaron francamente duros". "Después de média hora de dificultades, despojados ya de todo ternor, sacudiéndonos el complejo de estar frente a los invencibles, les perdimos todo respeto a lo que, sin duda, son y signifïcan en la historia del fûtbol, y pudimos ir inclinando la balanza a nuestro favor".
La superiore qualità del gioco e della tecnica degli olandesi maturò all'inizio della ripresa quando due splendidi gol di Johan Neeskens e Johan Cruyff segnarono il destino del match. A quel punto la frustrazione dei brasiliani degenerò in una serie di colpi prontamente restituiti dai vigorosissimi olandesi, che ebbero la meglio anche su quel piano: vero calcio totale. A distanza di anni Ruud Krol lo ricordò come "the best game, the hardest game - it had everything. There was nice football, nice combination, dirty football. It was a game on the limits and I like that, when both teams go to the limits. Do everything to win. We played the game that was necessary to beat Brazil".
A rivederla, in effetti, anche oggi appare uno spettacolo magnifico.
Vedi anche:
- Ultima sinfonia olandese (Eupallog Calendario)
- FIFA Classic Football Matches