Le finali di Coppa dei campioni
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Quella di Wembley fu l'ultima finale di Coppa dei campioni cui Vittorio Pozzo poté assistere. Ecco il suo commento apparso su Stampa Sera (30-31 maggio 1968).
"La finale della Coppa dei Campioni è terminata secondo quella che era, per lo meno in Inghilterra, l'aspettativa generale. Il Manchester United godeva dei favori di tutto il gran pubblico sportivo. Occorre tuttavia dire che questa finalissima, alla quale ha assistito un pubblico veramente enorme, forse superiore ancora a quello che è solito assistere alle finali della Coppa d'Inghilterra, non ha prodotto un gran gioco. In nessun momento della partita essa ha portato le squadre a giocare ad un livello elevato. Forse il miglior momento della partita è stato quello del primo dei due tempi supplementari. Vi era troppa eccitazione nell'aria. Troppo nervosismo.
Il primo tempo è stato schiettamente piuttosto brutto. I giocatori si rincorrevano e miravano a farsi male. Fra questi si distingueva al solito Stiles, il quale ha l'abitudine di piombare sull'avversario con due piedi per cercare di stroncarlo. Bisogna riconoscere che il Benfica da parte sua ha commesso il maggior numero di falli di tutta la partita. Questo primo tempo del Benfica ha ricordato quella seconda parte della partita di Lisbona disputata non molte settimane or sono fra il Benfica stesso e la Juventus. Il Benfica dimostrava sì di possedere virtù tecniche magari superiori a quelle degli inglesi, ma gli inglesi stessi erano nel senso generale del termine più squadra.
Riteniamo che le due squadre siano state energicamente richiamate all'ordine durante l'intervallo, perché il cambiamento è stato veramente rilevante. Nemmeno Stiles si è più dedicato alla caccia all'uomo. Le due squadre hanno giocato meglio quindi, e subito, giocando meglio, il Manchester United è passato in vantaggio per un goal di quell'uomo di grande esperienza che è sempre il Bob Charlton. Ma verso il termine del secondo tempo regolamentare è avvenuto quello che avviene sovente da parte dei portoghesi. Cioè il loro centravanti Torres, un autentico gigante come statura, salta più alto di tutti quando si trova in area di rigore e mette in condizione uno dei compagni di tirare a rete. Questa volta il favorito dal colpo di testa di Torres è stato Graça, il quale ha potuto pareggiare. Dopo il pareggio il Benfica, che pareva avesse rallentato alquanto il ritmo del suo gioco, si riprese appieno.
Nei tempi supplementari è avvenuto un autentico crollo nella difesa dei portoghesi. Nello spazio di sei minuti gl'inglesi hanno segnato tre volte, di cui due coi loro giovanissimi elementi, cioè l'ala destra Best e la mezz'ala pure destra Kidd. Furono le due reti di questi due giovincelli a determinare il risultato della finale. Il Kidd compiva proprio ieri 19 anni e il pubblico, che era composto nella grandissima parte da spettatori giunti da Manchester, intonò allora in inglese una canzone nella quale gli si augurava buon compleanno. A mettere poi a posto in modo definitivo il risultato finale, intervenne ancora una volta il capitano della squadra Bob Charlton, il quale deviò in rete un centro proveniente dalla destra.
Ma tutto considerato va detto che il Manchester ha meritato il suo successo, e chi più degli altri lo ha meritato e l'uomo che lo dirige, il general manager Matt Busby, un uomo il quale non solo è una delle persone più meritevoli che calchi i campi di gioco sull'orbe terracqueo, ma è anche una persona che aveva avuto dal gioco del calcio tutte le soddisfazioni che il gioco stesso può offrire, meno quella di vincere questa Coppa. Vi è da congratularsi con lui e con tutti i suoi ragazzi per il successo ottenuto".