Dino Zoff |
Campionato europeo - semifinali
Sotto la pioggia del San Paolo, i sovietici, ormai privi di giocatori di talento, ruminarono il loro solito gioco grigio di ordine e passo, senza fantasia, ma capace di imbrigliare gli avversari. Gli azzurri giocarono una brutta partita, contratta, anche perché Rivera si acciaccò lungo strada spegnendo la fonte di iniziativa principale: il film della partita mostra come le (poche) occasioni pericolose le ebbe l’URSS e come i nostri si svegliarono solo nei supplementari quando Domingo incacchiò il montante sinistro della porta di Yuri Pshenichnikov a tre minuti dalla fine.
Non era stata ancora inventata la lotteria dei rigori e dunque l’arbitro tedesco Kurt Tschenscher convocò negli spogliatoi i capitani per lanciare per aria la monetina (una formula folle, e infatti mai più ripetuta). Eupalla ci arrise, per motivi che restano ancora imperscrutabili nonostante un’inesausta esegesi (tra i molti, Baffo Mazzola sostiene sornione che era fiducioso assai nel notorio deretano baciato di Giacinto Facchetti): il capitano scelse Testa, e Testa fu. Seguita dalla consueta manifestazione di arte pirotecnica partenopea.
Vedi anche l'Euro storia Azzurro è il cielo del 1968 (Eupallog Storie).