Italia - Jugoslavia

10 giugno 1968, Stadio Olimpico, Roma
Campionato europeo - finale (ripetizione)
Tabellino | Full match: 1° tempo - 2° tempo Highlights

Costretto anche dalle furiose polemiche suscitate dalla prova scialba fornita nella finale di due giorni prima, fu gioco forza per Valcareggi inserire forze fresche. Ma imbroccò anche la quadra: rafforzò la Maginot con baby face Rosato al posto del medianone Ferrini e Salvadore al posto di Castano come libero, proponendo un 1-4-3-2 che affidò a Domenghini, Mazzola e all’inedito “Picchio” (ergo "trottola") De Sisti il compito di imbeccare il volitivo Pietruzzo e il redivivo Gigirriva.

Improvvisamente giocammo, e alla grande, contro una squadra spenta che aveva dato tutto, e mancato l'occasione, nella gara precedente e che non poteva affidarsi a ricambi di qualità. Di questa partita abbiamo il filmato integrale e dunque possiamo goderne interamente il pathos. Fu Rombo di Tuono a spaccare la partita al 12° (foto), proponendosi magnificamente all'imbucata di Domenghini, sul filo del fuorigioco (che non c’era, nonostante le furiose proteste slave [vedi]), e Anastasi a sigillarla con un magnifico avvitamento dal limite al 31°. Copertura e rilanci, secondo la nostra migliore tradizione pedatoria, caratterizzarono l’ora restante.

Mentre dagli spalti cominciavano a essere lanciati razzi e bengala e l’Italia stava per conoscere il rito inedito (quanto ora consunto) dei caroselli automobilistici, quell'uomo garbato che è stato Nando Martellini si congedò dai telespettatori al fischio finale con una delle sue memorabili espressioni: “Signori all'ascolto, qualunque cosa io ora dicessi stonerebbe. L’Italia è campione d’Europa”.

Leggi anche l'Euro storia Azzurro è il cielo del 1968