République Fédérale d'Allemagne - Hongrie

Fritz Walter e Ferenc Puskas
4 luglio 1954, Stade du WankdorfBerne
Coppa Rimet - finale
Tabellino | Full match (o quasi): 01-02-03-04-05 | Video BP | Video (MLSZ)

L’interpretazione “storico-critica” di Gianni Brera, che era in tribuna stampa quel pomeriggio: se Ungheria-Uruguay è stata "la finale tecnica del mondiale", la "finale agonistica sarà invece Ungheria-Germania". I pronostici sono tutti a favore degli ungheresi, che ripropongono Puskas, acciaccato scientemente due settimane prima dai tedeschi stessi nella partita del girone. Brera però scrive sulla "Gazzetta" che "i Panzer" avrebbero anche potuto "irridere al superiore stile degli ungheresi, a loro volta morti di fatica".

All'avvio, comunque, "la superiorità dei magiari è schiacciante", i tedeschi "sono grevi e truculenti, prendono subito due gol e paiono spacciati". Ma ben presto "i magiari denunciano stanchezza: e per soprammercato si confermano costituzionalmente incapaci di difendersi". Il CT ungherese commette "la nefandezza di escludere Palotas, ancora fresco, a vantaggio di Toth, suo cognato e brocco a tutti bulloni".

"I tedeschi difesero la sconfitta finché non si accorsero di avere di fronte cadaveri gloriosi. Allora si sentirono digrignare i Panzer che non avevano sofferto contro grandi squadre - e sempre sotto la pioggia! - come i loro avversari". Successe così che i tedeschi pareggiarono entro la metà del primo tempo. Nel secondo tempo i magiari "ci diedero dentro con nuova lena", applicando "schemi deliziosi" e "liberandosi più volte al tiro davanti a Tuerek": "ma stremati erano i poveracci che gli tiravano addosso, e Tuerek passò per l'eroe della giornata".

Quando Helmut Rahn segnò all'84°, "nessuno credeva a tanto sconquasso". Secondo Brera "anche l'arbitro inglese aiuta, ovviamente, i tedeschi": ovviamente - va spiegato - perché memore del 3:6 e dell'1:7 rifilati dall'Aranycsapat agli spelacchiati Leoni inglesi tra il novembre e il maggio appena trascorsi. A pochi istanti dalla fine "i magiari ebbero infatti un sussulto: Kocsis fintò un'incornata e lasciò palla a Puskas, appostato dietro di lui: il colonnello esplose il sinistro con quanto gli rimaneva in corpo e corse a ricevere l'abbraccio dei compagni. Il segnalinee - uno scozzese - rimase con la bandierina alzata e l'arbitro annullò per fuori gioco".

Il giudizio finale di Brera è come sempre disincantato: "I Panzer uscirono trionfanti da un torneo preparato benissimo sul piano bio-chimico e tecnico-tattico. Fecero fuori Puskas nel primo incontro lasciato agli sbruffoni magiari. Quello che abbiano trangugiato per far rollare i cingoli al meglio non si sa, ma si può immaginare. Una settimana dopo il trionfo, tutti i prodi di Sepp Herberger finirono in clinica con l'epatite virale. Non esisteva a quel tempo l'antidoping e quando un medico sa il fatto suo può onorare la Patria anche traverso la valorizzazione dei suoi prodotti chimici".

Però "è un fatto che la Germania ha incominciato con quella vittoria la sua ascesa nella considerazione di tutti i tecnici del mondo". Gli ungheresi, invece, "poveracci, di lì a poco avrebbero avuto addosso ben altri Panzer. Con la rivolta di Budapest, nel 1956, la grande Nazionale di Szebes si dissolse".

Vedi anche:

- Il miracolo tedesco (Eupallog Kultur)
- Il miracolo di Berna (Eupallog Kultur)
- John Ashdown, The Miracle of Bern ("The Guardian")