Valery Voronin e Anzor Kavazashvili |
Coppa dei campioni - sedicesimi di finale (andata)
Tabellino | Sintesi [32 min. ca.] | Copia: 1 -2 -3 - 4 | Highlights
Serata tiepida, sciopero dei mezzi pubblici, rivincita di Sunderland, niente tivù, o forse sì, campioni d'Italia (Inter) contro campioni sovietici (Torpedo), sfida affascinante, sedicesimi di andata di coppa, San Siro è bello pieno. Ma la partita è moscia, e nel primo tempo i russi beccano un palo. Partita dura, difficile. Nell'intervallo chiediamo a Monsù Poss un parere. "Le offensive dei neroazzurri sono state più incisive, mentre quelle dei sovietici hanno avuto un carattere più riservato. Comunque, l'impressione che ha lasciato questo primo tempo chiusosi in bianco è che la squadra moscovita non sia una di quelle alle quali sia possibile infliggere una quantità rilevante di punti". Già. Sono tosti. Poi nel secondo tempo i milanesi passano. Un autogol, certo, ma una bella azione, vero Monsù? "Sì. L'azione in sé era stata bella e meritevole ed era stata dovuta ad una fuga di Suarez che aveva concluso la sua azione con un bel centro; Mazzola aveva tirato, con un tiro né troppo forte né troppo preciso, e il portiere stava per impadronirsi della palla quando Voronin, combinazione uno degli uomini più in vista della squadra sovietica, venne ad interporre un piede sul tiro, deviandone la traiettoria fuori della portata del portiere sovietico". Troppi sovietici in campo, e il pallone è uno solo. In ogni caso, la sfida finisce qui. Ah no, c'è ancora un palo di Picchi (uno dei due pali difesi da Sarti, dunque un quasi-autogol). Impressione generale, Monsù? "L'impressione generale è che una rete di vantaggio non basti ai neroazzurri di Milano per superare il turno". Sempre ottimista, il turineis.