Lorenzo Buffon e Hans Schäfer |
Coppa Rimet - fase a gironi (gruppo B)
Tabellino | Ampia sintesi: 1° tempo - 2° tempo
L'Italia pallonara sbagliò completamente approccio al Mondiale in Cile 1962. Non solo a livello dirigenziale e tecnico, dove l'improbabile presidente della FIGC, Giuseppe Pasquale, affiancò al tecnico Giovanni Ferrari (bicampione del mondo) il suo braccio destro, il vulcanico presidente della SPAL, Paolo Mazza, del tutto ignorante di calcio internazionale.
Per sovrammercato, nelle settimane precedenti un paio di inviati di testate italiane avevano scritto reportages non proprio laudativi del paese ospitante. Uno era il pur valente Antonio Ghirelli, il secondo il più modesto Corrado Pizzinelli, che si era lasciato andare: "il Cile sul piano del sottosviluppo deve essere messo alla pari di tanti paesi dell'Asia e dell'Africa. Gli abitanti di quei continenti sono dei non progrediti, questi sono dei regrediti". Politicamente scorretto direbbero le vergini del perbenismo attuale.
Il risultato fu che gli Azzurri ebbero da subito contro il pubblico cileno, sin dall'esordio contro la Germania. Fu catenaccio ortodosso, senza tiri in porta, da una parte e dall'altra. Partita orrenda, sotto un diluvio di fischi.