Le finali di Coppa dei campioni
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Dal commento di Giovanni Arpino ("La Stampa")
"L'Inter, squassata dagli assalti dei «tulipani», ha ceduto a Rotterdam dopo una battaglia disperatissima. La squadra nerazzurra ha denunciato tutti i limiti attuali, malgrado la prova d'orgoglio dei suoi uomini migliori: Facchetti, Bellugi, Oriali, Burgnich e Boninsegna si sono battuti allo spasimo, ma le costruzioni interiste, che avrebbero dovuto poggiare sul senso geometrico di Frustalupi e sulle inventive di Mazzola, hanno dimostrato di balbettare di fronte alla furia atletica e alle vampate degli olandesi.
Gli olandesi hanno imposto non solo il ritmo, ma il grado di una tecnica superiore e freschissima. Terzini che coprono le zone avventandosi sulle fasce laterali, uno stopper e un libero di una truculenza agonistica quasi assassina, e poi quei due: cioè Cruyff e Keizer. campioni di un timbro davvero europeo. Keizer è un'ala che svolge compiti massacranti ma con un pizzico di autentica genialità sia a centrocampo sia in proiezione offensiva. Cruyff (anche se Oriali lo ha controllato con strenui sacrifici) è uomo di accelerazioni impressionanti, stacchi e passaggi impeccabili.
L'Inter non poteva spremere altri succhi da se stessa, se non la tenacia dei difensori vecchi e nuovi. Ma la povertà del suo gioco, la nullaggine patetica di Jair, la mediocrità di Frustalupi e di Bertini non erano certo scudi per questi assi del «football tulipano».
L'Inter ha compiuto un miracolo arrivando a questa finale, e lo dimostrano con sincerità gli stessi suoi dirigenti. A Rotterdam, se il calcio obbedisse alla pura logica, avremmo dovuto vedere contro i Keizer e i Cruyff atleti quali Netzer e Beckenbauer, esponenti d'un calcio europeo dal quale oggi bisogna saper trarre una giusta lezione.
Il destino dell'antica Inter si è consumato a Rotterdam, spegnendosi a poco a poco, come l'ultimo centimetro di una candela. Bordon, sul finire della partita, ha detto no ad almeno tre palloni-gol che avrebbero schiacciato la squadra milanese con una punizione fin troppo dolorosa. L'Ajax si trova al vertice della sua stagione. Gli olandesi temono di non poter dare ricambi a questa generazione di notevoli calciatori. Ma per ora se la godono un mondo, e meritatamente".