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Coppa Uefa - finale (ritorno)
Tabellino | Full match | Sintesi [8:40] | Highlights
La cavalcata bianconera (Storie di calcio)
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La Juventus agguanta la prima Coppa europea della sua storia al termine dì una partita feroce, che la vede sconfitta di misura a Bilbao ma vittoriosa secondo la regola del 'gol che conta doppio'. Pur soddisfattissimi di questo trofeo, inseguito in un arco lunghissimo di anni, dobbiamo lealmente riconoscere che la Juventus della serata a Bilbao si è battuta con estremo sacrificio, ma non ha impartito quella lezione di calcio che, dopo 7 minuti, con una rete di vantaggio, era lecito attendersi. Chiusa, arcigna, ma troppo rinunciataria malgrado la mediocrità dei bilbaini, la squadra torinese ha denunciato il grave logorio d'una stagione condotta sinora con magistrale 'verve' e con un infinito dispendio di energie.
Dopo sette minuti - come sapete - la «Madama» si trova la partita in pugno, grazie ad un vuoto della difesa bilbaina e fulminea testata in gol di «Bobby». Ma subito ì meccanismi della squadra torinese sembrano incepparsi. Il centrocampo, anziché impadronirsi della manovra, arretra a difendere: ed è un errore, perché non solo il Bilbao si riporta in parità ma da questo momento inizia un assedio asfissiante. La difesa torinese stupisce per incertezze macroscopiche, Scirea denuncia sfasature anche gravi, Bettega è costretto a sostenere il pacchetto arretrato e si sacrifica molto, Morini mostra di 'patire' un avversario che tatticamente lo dirotta in spazi fin troppo ampi. Fortunatamente per la Juve, il Bilbao è tutt'altro che una squadra di 'mostri', e a sua volta rivela affanno negli assalti, continui ma privi della necessaria lucidità e di punte realmente valide.
Nella ripresa la lotta si fa ancora più dura, tra i bianconeri continuano a battersi con generosità estrema Bettega, Furino, Benetti (colto però in un fallo di zampata omicida) e poi Spinosi. L'assedio ossessivo anche se privo di lumi da parte dei bilbaini obbliga la Juve ad un autentico «catenaccio» di antica memoria. Subito il secondo gol, la fisionomia non muta: gli ultimi secondi si trascineranno in un calvario di calcioni, urti, «tackles» furibondi. E poi la fine, lo stupendo pubblico di Bilbao che applaude i torinesi come se avessero donato e non strappato la Coppa. Era, per questi baschi, una 'partita politica', e il pallone, allo scadere dei 90 minuti, diventava una faccenda secondaria.
Il primo obiettivo del '77 la «Madama» l'ha centrato: con fatica, mordendosi i polmoni, sputando sangue, ma ce l'ha fatta. Va ringraziata al dì là della prestazione offerta in terra basca. Cosi come va ringraziata la magnifica città di Bilbao, d'una sportività che è d'esempio al mondo intero. Da oggi la Juve campione Uefa è una realtà e non più un'ossessione irraggiungibile per il club e per il suo popolo tifoso. Ma la stagione, come sappiamo, continua: stremati e tuttavia col morale alle stelle, i bianconeri tornano in Italia per l'ultima sfida domenicale, quella dello scudetto.
(Giovanni Arpino, Però dovevano soffrire di meno, "La Stampa", 19 maggio 1977)