Cagliari - AC Milan

Gli ultimi istanti da calciatore
di Gigi Riva
1° febbraio 1976, Stadio Sant'Elia, Cagliari
Serie A - 15ma giornata
Tabellino | Servizio RAI


Riva KO, carriera finita? (Giorgio Gandolfi, "La Stampa", 2 febbraio 1976, p. 11)

Un altro grave incidente - il terzo della sua avventura calcistica - ha forse troncato per sempre la carriera di Gigi Riva, il più forte attaccante italiano del dopoguerra. Era appena iniziata la ripresa dell'incontro con il Milan, quando Gigi ha allungato violentemente la gamba destra per contrastare un avversario. E' stato visto rotolarsi dolorante a terra per uno strappo alla gamba destra. Questa la diagnosi del prof. Emilio Pirastu, primario della divisione traumatologica dell'ospedale SS. Trinità, dove Riva è stato ricoverato in serata: «Stiramento con probabile disinserzione dell'adduttore lungo della coscia destra nella branca superiore del pube». 
Il calciatore, come ha affermato da parte sua il medico del Cagliari, dott. Silvio Fadda, dovrà essere sottoposto a intervento chirurgico. Soltanto nel corso dell'operazione lo specialista potrà constatare l'effettivo danno riportato dall'adduttore e localizzato nel punto in cui il muscolo termina in una corda tendinea. E', in sostanza, una faccenda grave, soprattutto in considerazione dell'età di Riva, avviato verso i 32 anni. 
Siamo stati con Gigi poco dopo l'incidente nella saletta medica dello stadio dove, uno dopo l'altro, si sono alternati per salutarlo e augurargli una pronta guarigione, i compagni di squadra e i giocatori del Milan, primi fra tutti Bet e Albertosi. «C'è poco da dire - ha esordito -, io certe cose le faccio così, quando mi infortuno si tratta sempre di faccende serie. Ora avrò un'altra scocciatura negli ospedali, altre visite, altri lunghi interrogativi sulla mia efficienza ... ». 
A questo punto si è interrotto. Quando un collega gli ha chiesto se Bet era coinvolto nella dinamica dell'incidente, ha risposto: «No, assolutamente. La palla è venuta giù verso il fondo, io ho allungato troppo il destro, ho sollevato la gamba, ho avvertito un gran dolore e mi sono dovuto piegare sul ginocchio. Ho cercato di rialzarmi, niente da fare: ho capito allora che si trattava di qualcosa di grave. Mi raccomando: non fatene un dramma. Sono cose che capitano a noi calciatori, purtroppo a me in particolare». 
Qualcuno l'ha rincuorato: «Tanto - ha detto - la gamba destra non ti è mai servita». 
«Effettivamente - ha risposto sorridendo - si è un pochino atrofizzata». 
Ce la farà a riprendere? 
«Il morale - ha commentato - in questo momento non è dei migliori. Dopo l'eventuale intervento chirurgico aspetterò un mese, poi ci riproverò. Prima di fermarmi e di chiudere la carriera dovrò essere convinto di non farcela». 
A quel punto si è fatto avanti il prof. Pirastu, che prima era rimasto a lungo in conversazione con il giocatore: « Effettivamente - ha dichiarato - il muscolo interessato è fra i più importanti della gamba, ma non mi sembra si possa affermare che l'infortunio patito da Riva sia grave come gli altri avuti in precedenza. Domani, ad ogni modo, decideremo dove portarlo per l'eventuale intervento chirurgico». Il primario dell'ospedale SS. Trinità, probabilmente, ha voluto rincuorare il giocatore e cercare di tenergli alto il morale. 
In precedenza il dott. Fadda aveva detto: «Probabilmente porteremo Riva a Firenze oppure a Bologna, senza dimenticare Bergamo, dove, sotto le cure del prof. Tagliabue, il nostro attaccante si è ripieso dall'ultimo malanno. Nell'80 per cento di casi come quello odierno l'intervento chirurgico è necessario. Domani o martedì, comunque, trasferiremo Riva in un reparto attrezzato di nostra fiducia; a questo punto, naturalmente, non è possibile sapere se poi Gigi sarà in grado o meno, dopo l'operazione, di riprendere. 
Gigi Riva era riuscito a riprendersi dai due gravi infortuni che lo avevano messo k. o. con la maglia azzurra, costringendolo a rinunciare a diversi mesi di attività: in Italia-Portogallo, come si ricorderà, in uno scontro con il portiere avversario, si ruppe il piede sinistro, contro l'Austria, a Vienna, la caviglia destra, senza considerare strappi vari che hanno messo sovente in dubbio la sua efficienza. Proprio ora che era in splendide condizioni di forma (lo ha ribadito nel primo tempo contro il Milan, risultando il migliore in campo) ecco il terzo grave infortunio; grave, ripetiamo, in quanto Gigi ha ormai quasi 32 anni ed è avviato alla conclusione della carriera. Probabilmente questo primo pomeriggio di febbraio ha anticipato il suo addio alla ribalta calcistica.