Campionato del mondo - quarti di finale
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L'unica delle sudamericane a passare il setaccio dei quarti di finale di Sudafrica 2010 fu l'Uruguay guidato dal "professor" Óscar Washington Tabárez Silva, già sulla panca della Celeste ad Italia 90. I rioplatensi avevano dato buona prova di sé nel girone e negli ottavi, ma di fronte ad avversari modesti: la Francia di quel torneo, il Sudafrica, il Messico e la Corea del Sud. Il 2 luglio 2010, al Soccer City di Johannesburg, l'unica squadra africana sopravvissuta, il Ghana, diede loro molto filo da torcere.
Ad andare in vantaggio nei minuti di recupero del primo tempo furono le Black Stars grazie alla solita ciabattata da lontano di Muntari Ali Sulley, che uccellò bellamente il modesto Néstor Fernando Muslera Micol. Il pareggio fu raggiuntò solo su punizione da Diego Forlán Corazzo nella ripresa, grazie anche in questo caso ad un'incertezza del portiere, l'altrettanto modesto Richard Kingson. Poi molto ruminare fino al termine dei supplementari quando quel malandrino di Luis Alberto Suárez, che faceva parte del castello difensivo su calcio d'angolo, parò a mani nude il colpo di testa di Dominic Adiyiah. Rigore ed espulsione. Ma non solo: grande scandalo dei benpensanti, che tacciarono subito il "pistolero" di comportamento antisportivo. Lui ci spruzzò sopra la benzina: "la mano de Dios" ora è anche la mia, disse a cose fatte.
In campo cominciò un quarto d'ora memorabile. L'infallibile rigorista degli africani, Asamoah Gyan, detto anche Baby Jet, spiazzò il portiere ma centrò la traversa gettando nel dramma un continente intero che aveva affidato al suo piede la speranza di vedere finalmente la prima squadra africana in una semifinale mondiale. Nella conseguente sciarada dei rigori successe di tutto: si ripresentò per primo il prode Gyan, che stavolta non fallì il compito. Poi sul 3:2 per l'Uruguay sbagliarono consecutivamente John Mensah, Maxi Pereira e Dominic Adiyiah. Sul dischetto andò per il tiro decisivo Sebastian Abreu, che si risolse per una "panenka" ...