Red card for Leonardo Nascimento de Araújo |
Campionato del mondo - ottavi di finale
Tabellino | Full match * | Highlights
* Registrazione necessaria
Il giorno della festa nazionale convennero allo Stanford Stadium 84.147 spettatori, tra i quali anche il presidente dell'Unione Bill Clinton, per l'ottavo di finale che opponeva i padroni casa ai grandi favoriti del torneo.
Gli americani, guidati dal taumaturgo Bora Milutinovic, si erano qualificati alla seconda fase grazie soprattutto all'inopinata vittoria sulla Colombia. Un fremito percorse per qualche giorno la metà degli States che gettava un occhio al soccer, perché il match contro il Brasile rappresentava il punto più alto, fino ad allora, della loro storia pedatoria. Tatticamente ben disposti in campo, e grazie anche alla superiorità numerica (Leonardo fu espulso per una gomitata al 43°), i (quel dì) biancorossi riuscirono a chiudere tutti gli spazi fino a poco meno di venti minuti dalla fine, quando José Bebeto riuscì a scardinare il bunker.
La Seleçao - che i bookmakers avevano pronosticato sin dalla vigilia del torneo come la probabile vincitrice finale, mettendola una spanna sopra a Germania e Italia - aveva vinto in modo agevole il proprio girone battendo Russia e Camerun e pareggiando con la Svezia. Ma senza incantare. A guidarla era però uno dei tecnici brasiliani appartenenti alla scuola pragmatica (quella che da Vicente Feola giunge a Luiz Felipe Scolari, per intenderci): Carlos Alberto Parreira. Che aveva preso atto della qualità non eccelsa dei giocatori di quella generazione - in cui eccelleva, di fatto, il solo Romário de Souza Faria (non ancora espressi pienamente essendo i pur convocati Cafù e Ronaldo) - e aveva assemblato una formazione che faceva dell'organizzazione di gioco la sua forza, senza gli arroccamenti difensivi tentati a Italia 90 da Sebastião Lazaroni. Il gioco, affidato ai piedi di Dunga, Mauro Silva e Mazinho, era quello che era, cioè modesto e noioso, ma i tre davanti - Romario e Bebeto con alle spalle Rai o Zinho - assicuravano comunque i gol necessari.