Il volo vincente di Yordan Letchkov |
Campionato del mondo - quarti di finale
Tabellino | Full match * | 2° tempo | Highlights
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Quando non vi giocava l'Italia nei Mondiali del 1994, il Giants Stadium, quasi per dispetto, abbassava temperature e umidità. Così avvenne per il quarto tra Germania e Bulgaria a designare l'avversario degli Azzurri in semifinale.
I campioni del mondo in carica, ora guidati da Berti Vogts, non nascondevano la loro sicumera: nelle dichiarazioni della vigilia avevano già chiesto strada all'Italia per la loro quinta finale in vent'anni. Il telaio della squadra era, per nove undicesimi, quello del 1990. Ma nella prima fase non aveva incantato, avendo collezionato un pari con la Spagna e due vittorie di misura con le modestissime Bolivia e Corea, e faticato agli ottavi per aver ragione del Belgio. Passati in vantaggio su rigore all'inizio della ripresa, i tedeschi si sentirono il risultato già in tasca, e mollarono i pappafichi.
La Bulgaria, travolta nel primo match dalla Nigeria, si era rimessa in corsa con due convincenti vittorie sulla Grecia e sull'Argentina nel girone e poi, più fortunatamente, sul Messico ai rigori negli ottavi. A guidarla era una vecchia gloria del calcio socialista, Dimitar Penev, 90 presenze in nazionale e molto buon senso: basandosi su un modulo tradizionale che prevedeva l'impiego di un libero, due marcatori, due terzini laterali, tre centrocampisti e due punte, la modernità stava nel movimento continuo dei giocatori, che si scambiavano le posizioni senza dare punti di riferimento agli avversari. In dotazione erano anche un ottimo portiere, Borislav Mikhailov, un giocatore totale come Yordan Letchkov e un campione di nome Hristo Stoičkov, guascone e lunatico, ma straordinario attaccante già di stanza a Barcellona, che stava illuminando un Mondiale povero di stelle.
Furono questi due satanassi a ribaltare il match in tre minuti tra 75° e 78°, annichilendo i teutonici. Dapprima Stoičkov con una punizione delle sue e poi Letchkov con una memorabile zuccata. Gianfranco Teotino ne schizzò un ritrattino: "L'anima della Bulgaria che ha battuto la Germania è un giocatore che fa venire in mente Ambrogio Pelagalli, ricordate? il pelatone del Milan. Si chiama Iordan Letchkov, ha compiuto 27 anni sabato e ne dimostra una ventina in più, ha una testa lucida lucida, i capelli sono un ricordo di quand'era fanciullo. In campo Letchkov lo trovi dappertutto: a salvare in difesa (suo il fallo da rigore su Klinsmann), a raddoppiare marcature in mezzo al campo, a correre sulla fascia destra e a irrompere in area al centro per fare gol, magari proprio con la sua crapa pelata". Gol memorabile per la più importante vittoria della storia del calcio bulgaro.