La mezzaluna vincente |
Campionato del mondo - fase a gironi (gruppo C)
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Debutto al mondiale asiatico del Brasile. Il CT della Seleçao era Luiz Felipe Scolari, poco o per nulla conosciuto in Europa, avendo vinto le sue coppe internazionali fino ad allora solo in Sud America e nel Golfo persico. Come sempre le polemiche infuriavano in Brasile, a cominciare dalla mancata convocazione di Romario. Scolari era accreditato come "europeista", che nell'altro capo del mondo pallonaro è quasi un'ingiuria.
Da questo capo del mondo, invece, la Seleçao non apparve poi così tanto "europea" a Gianni Mura: "Dell'europeizzazione predicata da Scolari, e tanto avversata dalla stampa brasiliana, non s'è vista traccia. Anzi, a tratti m'è parso di rivedere il Brasile cicala del 1982. La differenza sta in Ronaldo, che oltre al gol qualche numero dei suoi l'ha fatto, e non è certo paragonabile a Serginho. La difesa è mediocre (Roque Junior lo conosciamo), il portiere invece se l'è cavata piuttosto bene. I tanti (troppi?) talentuosi trequartisti, sempre pronti a trasformarsi in punte (da Rivaldo a Ronaldinho, da Juninho a Denilson), in aggiunta a due esterni come Cafu e Roberto Carlos (piuttosto giù di tono), squilibrano la squadra. Peggio ancora, ne esasperano la vocazione al gigionismo. Tutti (tranne Ronaldo, che ha più senso pratico) hanno la pretesa di andare in porta col pallone. A volte si può, molto più spesso no. Il Brasile ha sprecato molto in fase conclusiva, e anche dopo quello scandaloso rigore ha rischiato di essere raggiunto (ancora Hasan Sas, ma di testa). Ci rifletta, Scolari: e pensi a quel che avrebbe dovuto sopportare, fosse finita in pareggio. Si sente la mancanza di Emerson. Non si poteva chiamare Mauro Silva?".
Ad andare in vantaggio era stata la sorprendente Turchia con Hasan Şaş. Ronaldo aveva rimesso in pari la partita al 50°. Poi quaranta minuti di sciupio, risolto dal primo arbitraggio compiacente dal torneo. Il refero era, non per caso, il coreano Young Joo Kim che assegnò un rigore ai brasiliani per un atterramento di Luizão visto da tutti fuori area. Rivaldo si concesse una disgustosa sceneggiata qualche minuto dopo, simulando di aver ricevuto un fallaccio: rosso inesistente per Hakan Ünsal, e 11.500 franchi svizzeri di sanzione per il miliardario brasiliano. Cominciavano le ipocrisie e le vergogne di quel mondiale.