Effusioni danesi |
Campionato del mondo - ottavi di finale
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Dopo le ottime prestazioni nelle edizioni precedenti, soprattutto del 1990 e del 1994, il movimento calcistico africano era atteso a un'ulteriore conferma della sua maturazione nei Mondiali del 1998. Fu invece un passo indietro. Su cinque squadre in lizza solo la Nigeria passò al secondo turno. Peggio fecero solo le quattro asiatiche, tutte eliminate senza gloria, anche la Corea e il Giappone che avrebbero organizzato da lì a quattro anni il primo Mondiale fuori dall'asse Europa-Americhe.
La Nigeria aveva vinto le Olimpiadi nel 1996 ed era attesa più delle altre, anche perché a guidarla era un esperto di tornei finali come Bora Milutinović. Il telaio dell'XI era solido, con alcuni elementi di grande qualità: da Nwankwo Kanu a Rasheed Yekini, a Jay Jay Okocha, a Daniel Amokachi, a Sunday Oliseh. Ma come spesso succede alle compagini africane, difettavano anche a quella continuità e disciplina tattica.
Negli ottavi di finale la Nigeria affrontò l'organizzatissima Danimarca guidata dallo svedese Bo Johansson, che era pallida parente dell'XI che nel 1992 si era inopinatamente laureato campione d'Europa (per poi mancare la qualificazione ai mondiali successivi) ma che poteva vantare un paio di campioni come Peter Schmeichel e Michael Laudrup. Anche l'assenza del portiere titolare, Peter Rufai, ebbe il suo peso, ma la Nigeria subì una lezione di calcio dagli scandinavi, finendo travolta. Per la Danimarca l'accesso ai quarti di finale era invece un traguardo storico.