Campionato del mondo - fase a gironi (gruppo B)
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I giornalisti inglesi non avevano dubbio alcuno: Cesare Maldini, il CT che guidò l'Italia a France 1998, era "a proponent of the ultra-difensive catenaccio system". Dal calcio totale di Sacchi che era valso pur sempre, per quanto a sprazzi e grazie anche alle prodezze di Roberto Baggio, una finale nel 1994 tornammo alla tradizione del calcio all'italiana, incardinato sulla solidità della difesa e affidato alle capacità realizzative di ottimi giovani attaccanti come Bobo Vieri (in forma strepitosa) e Alessandro Del Piero (acciaccatosi nella finale di Champions). Il centrocampo non aveva qualità particolari, se non l'ordine di Luigi Di Biagio.
Da qui una faticosa assenza di gioco propositivo se non il lancio lungo a saltare il centrocampo. Cesarone però era reduce da tre memorabili titoli con l'Under 21 nell'Europeo di categoria e dunque aveva dimostrato di saper vincere. A sua volta Baggio aveva giocato un campionato strepitoso col Bologna, segnando 22 gol in 30 partite, e Maldini non poté non fargli giocare il suo terzo mondiale, per quanto non l'amasse, come molti altri allenatori del Divin Codino, amatissimo invece, allora come oggi, dai tifosi azzurri. Ne nacque da subito un dualismo che si trasformò in un tormentone.
Girone abbordabile con Cile, Austria e Camerun. Debutto contro i sudamericani con Del Piero in panca a smaltire lo stiramento e Baggino a illuminare il gioco. E' lui a lanciare in rete Vieri, poi subiamo pareggio e rimonta dal Cile guidato da Zamorano e Salas (autore della doppietta, con doppio uccellamento di Cannavaro). Baggino si procura il rigore del pari a 6 minuti dalla fine e cancella il missile di Pasadena.
"Baggio che salva il citi di turno, oggi Maldini, ieri Sacchi, è un film già visto, ma sempre bello, un Titanic dal lieto fine (per adesso), l'iceberg spostato all'ultimo momento", scrisse a caldo Roberto Beccantini: "Baggio è quello che non doveva esserci e che, nella migliore delle ipotesi, avrebbe dovuto coprire le spalle ad Alessandro Del Piero. Baggio prima conquista Cesare Maldini e poi s'impossessa di un'Italia strana, brillante per venti minuti scarsi, e quindi macchinosa, titubante, maledettamente grigia, fino al caotico arrivano i nostri dell'ultimo quarto d'ora".