Il timbro di Poldi |
Campionato del mondo - ottavi di finale
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Ai Mondiali del 2010, l'Inghilterra affidata a Fabio Capello aveva superato per il rotto della cuffia il girone eliminatorio dopo un esordio con gli USA macchiato dalle gravi incertezze del portiere inizialmente prescelto, Robert Green, un pareggio in bianco con l'Algeria e una faticata vittoria di misura con la Slovenia. La Germania, al contrario, affidata a Joachim Löw, era arrivata in Africa come grande favorita insieme alla Spagna e al Brasile: aveva inaugurato il proprio girone con una roboante vittoria sull'Australia per poi perdere inopinatamente con la Serbia e spareggiare infine con il Ghana.
L'ottavo di finale che le mise di fronte ripropose un classico della storia del football. Che assunse i tratti di una vendetta della finale del 1966. La Germania fece gioco e si portò in vantaggio di due reti alla mezzora. La reazione albionica culminò in un tiro di Frank Lampard dalla distanza che batté come quello di Hurst sotto la traversa rimbalzando però non sulla linea della porta come era stato in quel lontano pomeriggio di Wembley [vedi] ma abbondantemente dentro la porta per poi tornare in campo. L'arbitro uruguagio Jorge Luis Larrionda e i suoi assistenti non se ne accorsero. Inutili le veementi proteste inglesi e l'incacchiatura di Capello. Nella ripresa l'Inghilterra fu infilzata un altro paio di volte in contropiede e tornò a casa precocemente, come suo solito.
Quella sera stessa Rosetti non avrebbe visto il gol in fuorigioco di Tevez nell'ottavo di finale tra Argentina e Messico [vedi]. Fu una giornata nera per gli arbitri e una gran giornata per i fautori dell'introduzione delle tecnologie. Arriveremo presto a subirne l'invasività come gli altri sport che si sono ormai venduti l'anima al feticcio della modernità. La conseguenza dei fatti sudafricani fu la decisione della FIFA di introdurre intanto, per chi possa permettersela (come la danarosissima Premier), il sistema che dovrebbe (si noti il condizionale) accertare se il pallone varchi interamente o meno la linea di porta. Un videogioco, in sostanza.