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BR Deutschland - Niederlande

Franz Beckenbauer, Johann Cruijff, 
Gerd Müller
7 luglio 1974, Olympiastadion, München
Campionato del mondo - finale
Tabellino | Full matchAltro * | SintesiHighlights

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L'ultimo quadro del Musée de l'Orangerie 1974 è come una tela di Fontana, con un taglio in mezzo e un vuoto cosmico dietro, o - se vogliamo - come un acrilico di Burri, con una bruciatura dolorosa.

Inopinatamente per i più, quel "fuoco arancione" - che come ha scritto Eduardo Galeano "andava e veniva, spinto da un vento sapiente che lo lanciava e frenava" e dove "tutti attaccavano e tutti difendevano, dispiegandosi e ripiegandosi vertiginosamente a ventaglio, e l'avversario perdeva le tracce davanti a una squadra nella quale ognuno era undici" - scomparve in un buco nero.

Semplicemente, dopo aver sbaragliato ogni avversario e vinto anche nella pioggia e nel vento, gli olandesi incontrarono infine una squadra forte quanto loro, potente quanto loro, anche se assai meno spettacolare, meno vertiginosa. Ma possente e pragmatica: la Deutsche Fußballnationalmannschaft che aveva dominato in Europa due anni prima mostrando un calcio altrettanto bello. Anche se di stile diverso: non un'Orangerie ma uno splendido, flessuoso, Bauhaus [vedi].

Per gli imperscrutabili disegni di Eupalla toccò nuovamente ai tedeschi, vent'anni dopo, bagnare nell'umiltà del calcio pragmatico il sogno di una squadra stellare come lo era stata l'Aranycsapat di Puskas e compagni. Ma mentre nel 1954 la Nationalmannschaft non aveva grandi campioni, se non Fritz Walter, e non aveva meritato la vittoria, quella del 1974 ne schierava perlomeno una manciata, da Paul Breitner a Franz Beckenbauer, da Wolfgang Overath a Günter Netzer, da Gerd Müller a Uli Hoeness, etc., e meritò di alzare la seconda coppa del mondo.

Tra i pochi a pronosticare la vittoria dei tedeschi fu Gianni Brera, che osservò come "per gli olandesi avevano sbavato un po' tutti, non soltanto i nesci della critica pedatoria". L'autocompiacimento fu quasi beffardo: "Io constato però che sono improvvide cicale e oso scrivere che i tedeschi, facendo le sagge formiche, li sistemeranno in occasione della finalissima. Non mi sento affatto il discepolo prediletto di Gesù: rifletto semplicemente sul modulo tattico dei tedeschi, i quai giocano all'italiana. Il risultato è stretto: 2-1. Azzeccato il pronostico favorevole ai tedeschi, mi trovo proprio bravino. Un poveraccio si deve pur consolare: qualche micco straparlava in Italia di calcio totale e d'urgente necessità di adottarlo a nostra volta. Io sghignazzavo allora senza pietà. Di calcio si discorre sette giorni la settimana e tutti sono convinti di enunciare il santo vero".

Il Maestro riconosceva che "quando non dovevano rischiare le gambe, Cruijff e Neeskens inscenavano giostre ineffabili. Il loro genio si trasmetteva a un complesso non meno dotato che esperto". Ma dimostrò di non comprendere fino in fondo la novità dell'idea di gioco che gli olandesi stavano proponendo impetuosamente. Brera era rimasto folgorato dell'Uruguay visto dal vivo nel 1954: "finalmente ebbi coscienza delle prodezze compiute dagli azzurri negli anni trenta: il modulo uruguagio aveva inspirato anche loro". E di quell'idea di calcio ordinata, quadrata, difensiva e qualitativa nella rimessa, si fece - come sappiamo - paladino e teorico (storico-etnico e non solo storico-critico), ingaggiando tenzoni ideologici memorabili con i fautori del "bel gioco". A vent'anni di distanza, Brera non ebbe la curiosità e forse nemmeno la voglia di comprendere il nuovo linguaggio calcistico. Un'opacità critica che riemerse di fronte alle declinazioni "totali" degli anni ottanta, dalla Dinamo Kiev di Lobanovskyi, bellamente ignorata, e, soprattutto, al Milan di Sacchi, tacciato di "eretismo podistico" [leggi qui].

La difficoltà, o il rifiuto, di comprendere la novità del calcio totale, è riassunta tutta in una frase: "o non mi è accaduto di vedere in attacco sull'estrema destra i due terzini d'ala? Ogni schema difensivo andava a ramengo dietro all'ispirazione e al ritmo dell'azione offensiva". Quella che per Rinus Michel era una componente essenziale della sua idea di calcio, l'universalità tecnica dei singoli e l'interscambiabilità dei ruoli, per Brera era invece disordinata frenesia atletica e tattica. Al punto di coniare uno splendido neologismo dei suoi, il "panturbiglione": "si spropositava per gli olandesi di calcio totale, diciamo pure di panturbiglione, di girandola continua".

L'Olanda della finale 1974
come una combustione di Alberto Burri
Dal suo punto di vista - che non era tradizionalista, ma ispirato a un sano realismo critico - l'esito della finale del 1974 rispondeva a una logica evidente: "Il presuntuoso calcio totale ha mostrato le sue pecche e il calcio difensivista i suoi pregi di modestia e di praticità. In Italia avevano tutti pronosticato Olanda e si scagliarono contro di me, che avevo scritto come qualmente ì tedeschi avessero vinto i mondiali giocando all'italiana. Lo confermò papale papale anche Beckenbauer: ovviamente, ha precisato, con il nostro impegno, la nostra rabbia".

Vedi anche:

Il confronto tra Johan Cruijff e Franz Beckenbauer
- Analisi tattica

Germania Ovest - Olanda

Rosso per Völler e per  Rijkaard
24 giugno 1990, Stadio Giuseppe Meazza, Milano
Campionato del mondo - ottavi di finale
Tabellino | Full matchAltro * | Highlights

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L'odio anti-tedesco era improvvisamente esploso in Olanda due anni prima, quando la nuova arancia meccanica aveva sconfitto la Deutsche Fußballnationalmannschaft ad Amburgo nella semifinale degli europei [qui]; a Milano, per gli ottavi del mondiale, si giustappose alla rivalità cittadina, essendo tutti tedeschi e tutti olandesi gli stranieri pedatanti nel nome, rispettivamente, dei bauscia e dei casciavitt.

Al Meazza vinsero gli interisti (gol di Klinsmann e Brehme); platonica la presenza nel tabellino di Ronald Koeman, che ad Amburgo era stato l'unico a dare la propria in cambio della maglia di un avversario, salvo farne uso 'singolare' sotto la tribuna centrale del Volkparkstadion. Il solo milanista a lasciare una traccia profonda nella partita fu il mite Franklin Edmundo Rijkaard: si prese un rosso per aver espettorato in testa a Rudolf (Rudi) Völler, che gli dava le spalle. Uno sputo del quale nessuno ha mai conosciuto il motivo; il primo episodio del genere colto dalle telecamere e immediatamente ritrasmesso via satellite ai quattro angoli dell'universo. Il disgusto fu unanime. Anche il tedesco fu espulso, senza ragioni apparentemente comprensibili.  Si parlò di epiteti razzisti; prima Völler, poi Rijkard negarono la circostanza. A distanza di tempo il mite Frankie disse: "a pensarci adesso è davvero buffo, no?". E' un noto freddurista. Ma anche un olandese originario delle Indie occidentali; per lui la vittoria dei tedeschi non era un evento insopportabile. Così, dopo la battaglia di Milano, i migliori poeti olandesi non vennero nuovamente sollecitati a versificare, com'era accaduto nel 1988. I cittadini di Amsterdam non corsero più in strada per gettare simbolicamente nel cielo le proprie biciclette. Ci fu solo qualche disordine lungo la frontiera tra Germania e Olanda*. Dal canto loro i tedeschi, che erano sembrati irresistibili nelle prime partite, uscirono un po' storditi da quell'ordalia; arrivarono in fondo al torneo e lo vinsero, ma nessuno si divertì più guardandoli giocare.

* Si veda, al riguardo, Simon Kuper, Calcio e potere, p. 29 e segg.
Vedi anche Barry Glendenning, Frank Rijkaard and Rudi Völler ("The Guardian")

Niederlande - Uruguay

Johnny Rep
15 giugno 1974, Niedersachsenstadion, Hannover
Campionato del mondo - fase a gironi (gruppo 3)
Tabellino | Full match * | Highlights

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Il 15 giugno 1974 è uno dei giorni memorabili della storia del calcio. Al Niedersachsenstadion di Hannover, dopo un'acquazzone che rese la visione ancora più tersa, si manifestò infatti l'epifania del totaalvoetbal. Qualcosa di mai visto prima, nemmeno nei momenti migliori dell'Ajax delle tre coppe dei campioni.

Il teorico di cotanta meraviglia, Rinus Michels, amava distinguere tra le due esperienze, tra "the so called 'Total football (Ajax 1970)" e "the attacking pressure football, the 'hunt' for the ball (World Cup 1974)". La sua nazionale mostrò al mondo quali vertici assoluti potesse raggiungere la bellezza del gioco del calcio. Fu la prima di sette partite memorabili, assolute, irripetibili, una diversa dall'altra per modi ed esiti, ma tutte segnate dal suggello immortale del calcio totale. Deuteragonista iniziale fu un Uruguay archeologico, attonito e frustrato, che subì dall'inizio alla fine il "vento che veniva dal futuro".

Agli scettici ancora superstiti il consiglio è quello di rivedersi la partita. Vi sono condensati 40 anni di calcio successivo: dall'automatismo sovietico di Lobanovs'kyj al Dream team di Cruijff, dal fuorigioco altissimo del Belgio di Thys alle ripartenze volanti dell'Italia di Bearzot, dal pressing del Milan di Sacchi al possesso del Barça di Guardiola. Primigenio, impressionante, didascalico.

Vedi anche Allenamento ad Hannover (Eupallog Calendario)

Netherlands - Belgium

Rob Rensenbrink
25 aprile 1976,Stadion Feijenoord ("de Kuip"), Rotterdam
Campionato europeo - quarti di finale (gara di andata)
Tabellino | Highlights [5:07]

Johan Cruijff festeggia il compleanno al De Kuip, un posto dove normalmente non era accolto molto festosamente. Ci pensano i cugini del Belgio, che azzeccano una partita rovinosa. Brilla Rob Rensenbrink, mentre una delle stelle del Bruges, Roger van Gool, nonostante il nome rimane all'asciutto.


Italia - Olanda

Il Pelasgio e il Tulipano
6 gennaio 1981, Estadio Centenario, Montevideo
Copa de Oro de Campeones Mundiales - Prima fase, gr. A
Tabellino | Full match: pt. 1 - pt. 2 | Highlights

Partita declassata al rango di amichevole e giocatori squalificati: esordiscono (nell'undici di partenza) Ancelotti e Vierchowod. Nel secondo tempo anche Bagni va a prendersi il primo gettone. Carletto brilla, dopo qualche minuto ha già castigato Doesburg con uno dei suoi classici colpi da fuori. "Per il resto, si estrae poco o nulla da una partita così. Penso che un controllo antidoping condotto a fondo rivelerebbe forti tracce di camomilla nell'organismo degli atleti visti ieri sera nello stadio del Centenario", scrive Altafini. José si diverte anche a 'stuzzicare' Ciccio Graziani, "che davvero fa di tutto: difende, sta a centrocampo, attacca, tira corner, parla, insulta, si insulta, e magari quando farà un gol finirà per abbracciarsi da solo, pur di fare tutto lui" (La Stampa, 7 gennaio 1981).

France - Hollande

Enormi i gagliardetti scambiati
tra Platini e Krol; gigantesco quello
francese, segno della grandeur
18 novembre 1981, Parc des Princes, Paris
Campionato del mondo - qualif. (Europa, gruppo 2)
Tabellino | Résume (INA) [5:17] | Highlights [6:57]

Hollande - France

Platini e Wijnstekers
10 novembre 1982, Stadion de Kuip, Rotterdam
Friendly match
Tabellino | Full match (LQ) | Highlights

Netherlands - Belgium

14 ottobre 1981, Stadion de Kuip (Feijenoord), Rotterdam
Campionato del mondo - qualificazioni
Tabellino - Full match

Un gol "perfettamente idiota"

La Germania sta per ridiventare Weltmeister
Schegge
Il sigillo di Gerd
7 luglio 1974, Olympiastadion, München
Video

"Il soprannome di Müller era Bomber, il bombardiere. L'esplosione si produceva sul tabellone e sulle gradinate, ma i suoi gol non avevano niente di nitido, venivano da azioni casuali. Un giocatore cade a terra, il portiere viene ostacolato, tutti pensano che Müller interverrà di piede, invece lui colpisce di testa. La seconda rete nella finale del Campionato del Mondo contro l'Olanda è un modello di gol allo stesso tempo logico – secondo Gerd Müller – e perfettamente 'idiota'. Invece di colpire di collo pieno il pallone che rotola verso di lui, lo stoppa (forse malamente) e poi, nello spazio creatosi tra il portiere che tenta di chiudergli l'angolo e il palo, Müller colpisce la palla, facendola scivolare come con un cucchiaio. Avendo, per soprammercato, un baricentro molto basso, riesce a evitare i tackle secchi dei difensori. È svelto, assillante e audace".

Vladimir Dimitrijević, La vita è un pallone rotondo | Fonte: Quasi rete
La partita

Niederlande - Brasilien

Numeri olandesi
3 luglio 1974, Westfalenstadion, Dortmund
Campionato del mondo - seconda fase (gruppo A)
Tabellino | Full match * | HighlightsAnalisi

E' questa forse una delle più belle partite della storia del calcio, certo una delle più impressionanti. Bella non tanto dal punto di vista tecnico e spettacolare, ma per l'intensità e lo svolgimento, la carica agonistica che sprigionò. Per la tradizione storica che si scontrò con la novità rivoluzionaria. E' certo uno dei capolavori assoluti del Musée dell'Orangerie 1974.

Spesso l'incontro è ricordato per gli scontri violentissimi che progressivamente colorarono la partita, anche a causa dell'inadeguato arbitraggio del tedesco Kurt Tschenscher. Una decisa entrata a forbice di Wim Van Hanegem su Paulo Cesar al 1° minuto dettò il tenore del confronto, che i brasiliani, quando si ritrovarono sotto di due reti dopo un'ora, trasformarono in una caccia all'uomo, come già in passato era capitato loro nei mondiali in Europa, per esempio nel 1938 con la Cecoslovacchia [vedi] e nel 1954 con l'Ungheria [vedi]. L'espulsione di Luis Pereira all'84° ne suggellò l'escalation.

La Selaçao del 1974 era tutt'altro XI rispetto ai magnifici e qualitativi campioni del mondo del 1970. Gianni Brera ne esaltò - e come non poteva farsi mancare l'occasione! - "lo splendido calcio difensivo": ma non poté non osservare come "non aveva attaccanti che valessero non dico Pelé e Garrincha, ma neanche i vecchi arrembati 'italioti' Altafini e Clerici". Nella prima mezzora Paulo Cesar e Jairzinho "sciuparono miserevolmente" un paio di palle gol che avrebbero consentito al Brasile di accedere alla finalissima. Era il peso della tradizione, probabilmente, a condizionare gli eredi dei campioni del mondo.

Un peso che avvertirono anche gli olandesi, che dopo cinque partite spavalde e turbinose scesero in campo per la prima volta contratti di fronte ai detentori in carica. Come ha ricordato Johan Cruyff nel suo Mundiales 74. Impresiones y experiencias de la Copa del Mundo del Fútbol 1974 [Madrid, Ediciones Sedmay, 1974: scheda], lui e i suoi compagni affrontarono la semifinale "con sérias réservas y una cierta dosis de nerviosismo. Bajo ese signo de los nervios se deslizo - por ambas partes - durante bastante tiempo. Los primeros 20 minutes resultaron los de mayor inquietud para la escuadra "orange". Las cosas no acababan de salirnos a nuestro gusto, y tal parecea como si la sombra del gigante americano pesara sobre nuestro ânimo. Hubimos de trabajar mucho y muy duramente, para que no se nos fuera el partido de las manos, y una y otra vez intentâbamos maçcar el "tempo" y el ritmo del juego, en tanto que los brasilenos pretendian lo mismo a su manera. Los primeros 30 minutes resultaron francamente duros". "Después de média hora de dificultades, despojados ya de todo ternor, sacudiéndonos el complejo de estar frente a los invencibles, les perdimos todo respeto a lo que, sin duda, son y signifïcan en la historia del fûtbol, y pudimos ir inclinando la balanza a nuestro favor".

La superiore qualità del gioco e della tecnica degli olandesi maturò all'inizio della ripresa quando due splendidi gol di Johan Neeskens e Johan Cruyff segnarono il destino del match. A quel punto la frustrazione dei brasiliani degenerò in una serie di colpi prontamente restituiti dai vigorosissimi olandesi, che ebbero la meglio anche su quel piano: vero calcio totale. A distanza di anni Ruud Krol lo ricordò come "the best game, the hardest game - it had everything. There was nice football, nice combination, dirty football. It was a game on the limits and I like that, when both teams go to the limits. Do everything to win. We played the game that was necessary to beat Brazil".

A rivederla, in effetti, anche oggi appare uno spettacolo magnifico.

Vedi anche:
- Ultima sinfonia olandese (Eupallog Calendario)
- FIFA Classic Football Matches

Nederland - Noord-Ierland

7 aprile 1965, Stadion de Kuip, Rotterdam
Coppa Rimet - qualif. (Europa, gr. 5)
Tabellino | Video (NIBG)


Cruijff non c'è ancora.
Best sì, e si allena davanti al de Kuip

Holland - Brazilië

20 dicembre 1989, Stadion De Kuip, Rotterdam
Amichevole internazionale
Tabellino | Full match | Highlights

Amichevole di lusso, ma snobbata dagli olandesi, che schierano diversi esordienti. Di qualcuno, come Barnabas Anthony Peter Latuheru (foto), nessuno si ricorderà.

Italia - Olanda

2 dicembre 1928, Stadio San Siro, Milano
Amichevole internazionale
Tabellino | Video (Luce) [8:38]

"Una cornice di pubblico assolutamente spettacolosa ha avuto l'incontro sul campo di S. Siro ... Oramai per le partite internazionali anche i più vasti e modernissimi campi italiani cominciano a dimostrarsi insufficienti, reclamando a breve scadenza lo studio delle opportune provvidenze per completare ed ingrandire le belle arene ora a disposizione" (Tutti gli sports, 50, 9 dicembre 1928)

Nederland - Polen

19 novembre 1986, Olympisch Stadion, Amsterdam
Campionato europeo - qualif. (gr. 5)
Tabellino | Full match | Highlights

Netherlands - Denmark

Henrik Larsen
22 giugno 1992, Nya Ullevi, Göteborg
Campionato europeo - semifinali
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France - Netherlands

22 giugno 1996, Anfield, Liverpool
Campionato europeo - quarti di finale
Tabellino | Full match * | Sintesi [12:01] | Highlights

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Germany - Netherlands

Duello consueto a quei tempi
18 giugno 1992, Nya Ullevi, Göteborg
Campionato europeo - girone 2
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Netherlands - England

Ullallà!
18 giugno 1996, Wembley Stadium, London
Campionato europeo - gruppo A
Tabellino | Full match: 1° tp. - 2° tp. | Altro * | Highlights

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Netherlands - C.I.S. (Russia)

15 giugno 1992, Nya Ullevi, Göteborg
Campionato europeo - girone 2
Tabellino Full match * | Highlights

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Switzerland - Netherlands

Con classe
13 giugno 1996, Villa Park, Birmingham
Campionato europeo - gruppo A
Tabellino | Full match * | Sintesi [8:35] | Highlights

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